Un piano Marshall europeo per la crescita dell’Africa
"Necessaria una politica a livello paritario, senza azione predatoria da parte dell’Europa"
Nuovi impulsi all’export, lotta ai cambiamenti climatici e crescita del continente Africano. Sono questi i temi toccati dal ministro degli esteri Antonio Tajani nel meeting al Teatro Sociale di Trento nell'ambito del Festival dell'Economia 2023. In video-collegamento, sollecitato dal condirettore di Libero Pietro Senaldi, il ministro ha delineato le posizioni sue e del Governo a partire dalla questione delle esportazioni: “Nel 2022 – ha affermato – l’Italia ha esportato prodotti per oltre 600 miliardi, ricordiamo che l’export vale quasi il 40% del nostro Pil. Stiamo aumentando le esportazioni su mercati importanti, come nei Balcani e in Africa, promuovendo anche macchinari e prodotti agricoli. Possiamo essere ambiziosi e migliorare ancora se riusciremo ad attaccare il mercato della contraffazione”.
Dopo un accenno all’inflazione, con il monito all’Ue di non alzare troppo i tassi di interesse per non spingere i paesi membri verso la recessione, Tajani si è concentrato sui mercati africani e sulla situazione del continente: “Vogliamo che l’Africa cresca – ha ribadito il ministro - perché abbiamo legami molto forti e storici con molti stati dove siamo presenti con imprese e militari. C’è bisogno di favorire lo sviluppo, serve un grande “Piano Marshall europeo” per la crescita del continente africano e una politica a livello paritario, senza cioè un’azione predatoria da parte dell’Europa. Sappiamo che abbiamo bisogno di materie prime e magari si può creare una joint venture per la trasformazione delle materie prime in loco e la vendita a prezzi vantaggiosi alle aziende europee. Un programma a lungo termine anche per far sì che in quei luoghi si possa scegliere di non emigrare”.
Infine un accenno ai cambiamenti climatici in atto: “La nostra posizione – ha concluso Tajani – è chiara. Noi siamo impegnati fortemente nella lotta contro i cambiamenti climatici, vogliamo ridurre le emissioni di anidride carbonica e puntare su un’economia verde perché è foriera di grandi opportunità. È importante, però, avere una visione pragmatica e non ideologica in modo che gli obiettivi possano essere raggiunti, altrimenti rischiamo di creare problemi sociali. Bisogna avere una posizione ambientalista che tenga conto anche dell’economia e delle questioni sociali e permettere all’agricoltura e alle imprese di continuare a essere competitive. Per questo bisogna lavorare con prudenza, saggezza e senza una posizione estrema sulla questione”.